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Frode carosello e onere della prova: la linea della Corte di Cassazione


In tema di operazioni soggettivamente inesistenti, la Corte di giustizia tributaria di Campobasso (sent. n. 1/2/2025) ha ribadito un principio cruciale:è onere dell’amministrazione finanziaria dimostrare la fittizietà dell’operazione e la consapevolezza del cessionario di partecipare a una frode fiscale.

Il caso riguardava una società che commercializzava autoveicoli, accusata di essere coinvolta in un sistema fraudolento di acquisti intracomunitari tramite società “filtro”.Le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate includevano indebita deduzione di costi, maxi ammortamenti e detrazione IVA su fatture inesistenti.

La prova della consapevolezza: il fulcro del contenzioso tributario

La sentenza chiarisce che la semplice partecipazione a un’operazione irregolare non basta: occorre dimostrare che il contribuente sapeva o avrebbe dovuto sapere dell’evasione.Questo approccio, coerente con la giurisprudenza europea, tutela gli operatori economici in buona fede e distingue la responsabilità effettiva dalla mera presunzione di colpevolezza.

Una volta che il Fisco assolve a questo onere, spetta al contribuente fornire prova contraria, dimostrando di aver agito con la massima diligenza esigibile da un operatore prudente e informato, secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità.

Il richiamo alla Cassazione: orientamento consolidato

La Cgt di Campobasso richiama le pronunce della Corte di Cassazione (sent. n. 21306/2022 e ord. n. 14102/2024), che hanno definito i confini dell’onere probatorio nei casi di frode carosello IVA.La Suprema Corte ha chiarito che:

“È onere dell’amministrazione fiscale provare che il contribuente, al momento della cessione, sapeva o avrebbe dovuto sapere dell’evasione operata dal cedente”.

Solo dopo tale prova, il contribuente deve dimostrare di aver adottato procedure di controllo coerenti con la propria attività — come la verifica dell’affidabilità dei fornitori, della tracciabilità delle merci e della correttezza dei pagamenti.

Cos’è la frode carosello e come funziona

La frode carosello è un meccanismo di evasione IVA che sfrutta la catena di cessioni tra più soggetti, spesso localizzati in diversi Paesi UE.Una o più società “cartiere” emettono fatture fittizie senza versare l’imposta, mentre altre imprese “a valle” detrattono l’IVA come se l’operazione fosse reale.

Questo sistema, apparentemente complesso, può coinvolgere anche operatori inconsapevoli. Per questo la giurisprudenza sottolinea l’importanza della prova della consapevolezza, che diventa l’elemento discriminante tra frode volontaria e errore incolpevole.

Diligenza massima e responsabilità del contribuente

Il contribuente può evitare sanzioni solo se dimostra di aver adottato comportamenti ispirati alla diligenza massima, cioè:

  • aver verificato la regolarità fiscale e l’esistenza effettiva dei fornitori;

  • aver controllato la coerenza economica delle transazioni;

  • aver conservato documentazione chiara e verificabile.

Come sottolinea l’Avv. Federico Lione, fondatore dello Studio Legale Lione e Associati:

“L’onestà non basta: oggi serve una tracciabilità interna dei rapporti commerciali. Le imprese devono saper dimostrare di aver agito con prudenza e metodo. È questa la differenza tra essere coinvolti e restarne estranei.”

L’importanza di un approccio difensivo strutturato

Nel contenzioso tributario, la difesa deve fondarsi su una strategia probatoria solida.Dimostrare la buona fede significa presentare documenti, e-mail, contratti e verifiche preventive che attestino la correttezza dei comportamenti aziendali.

L’Avv. Lione evidenzia come la giurisprudenza più recente stia valorizzando gli sforzi dei contribuenti onesti, ma anche come il Fisco, spesso, estenda indebitamente le presunzioni di colpevolezza a casi di semplice negligenza formale.

“Oggi — spiega l’Avv. Lione — la differenza tra una condanna e un’assoluzione può dipendere da come l’impresa documenta la propria buona fede. Per questo, ogni azienda deve dotarsi di protocolli interni di controllo fiscale, aggiornati e coerenti con la normativa europea.”

Conclusioni

La sentenza della Corte di Campobasso rappresenta un tassello importante nella tutela dei contribuenti.Ribadisce che la colpevolezza non può essere presunta e che l’onere della prova grava anzitutto sul Fisco.

Lo Studio Legale Lione e Associati assiste imprese e professionisti in materia di frode carosello, IVA e contenzioso tributario, offrendo consulenza preventiva e difesa processuale mirata.


Per un’analisi personalizzata del tuo caso o per valutare la solidità dei tuoi controlli interni, puoi richiedere una consulenza con l’Avv. Federico Lione.


FAQ – Frode carosello e prova della consapevolezza

Cos’è una frode carosello?È una frode IVA che coinvolge più soggetti economici, in cui uno o più operatori emettono fatture false per creare vantaggi fiscali indebiti.

Chi deve provare la frode carosello?Spetta al Fisco dimostrare che l’operazione è fittizia e che il contribuente sapeva, o avrebbe dovuto sapere, della frode.

Come può difendersi un’impresa?Adottando la massima diligenza: verifiche sui fornitori, documentazione completa e procedure interne di controllo fiscale.

Cosa cambia dopo la sentenza di Campobasso?La decisione rafforza la tutela degli operatori onesti, confermando che la consapevolezza del contribuente deve essere sempre provata dal Fisco con elementi concreti.


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